lunedì 6 gennaio 2014

La buona vita (felice) di tutti...


Quando ho cominciato le superiori ho conosciuto una mia compagna di classe, Loretta, che è stata mia amicissima fino a qualche anno dopo che le nostre strade si sono divise per 'problemi interni nostri' e per allontanamento fisico che ci ha portato anche a quello affettivo. Mi ricordo quegli anni bene perchè con Loretta ho riso tantissimo. Prendevamo simpaticamente in giro tutti, ci canzonavamo una dell'altra, andavamo in giro per i corridoi della scuola ridendo come delle pazze, 'tagliavamo' da scuola ritrovandoci in un bar di Pinerolo a fare finta di studiare per la verifica del giorno dopo e a scafonarci ogni cibo che il bar proponeva ridendo anche di questo. Mi ricordo distintamente che ci scrivevamo bigliettini durante la lezione oppure facevamo le boccacce per prendere in giro l'insegnante che proprio non potevamo digerire....insomma all'epoca eravamo davvero con il cuor leggero, vivevamo e soffrivamo per l'età che avevamo e non ci facevamo alcun tipo di problema.  Io ridevo tanto quanto piangevo e a volte ero talmente euforica che le lacrime mi scendevano da sole. Crescendo e cominciando la vera adolescenza (ebbene sì, all'epoca l'adolescenza non cominciava quando si era ancora bambine, come ahimè, succede oggi....) le cose sono cambiate. Sono cominciate le prime vere cotte, i primi veri (o no, sarebbe da discuterne col senno di poi) amori, gli ormoni che tiravano&spingevano e la voglia di ridere si è un pò calmata. 
In effetti tornassi indietro avrei continuato a ridere ancora per un pò di anni, anche se devo dire la verità, l'allegria non mi ha mai lasciata del tutto. Devo dire che il mio nome l'ho sempre visto fatto su misura per me(tranne il periodo in cui pretendevo di essere chiamata Consuelo....gulp!!!). Forse se mi avessero chiamata Allegra mi sarebbe calzato meglio ancora ma per fortuna mi piace molto Serena e me lo tengo ben stretto. Ancora oggi chi mi conosce mi dice "Ah, sei serena di nome e di fatto!!!", ebbene sì, lo sono.(Tranne i periodi in cui sono nervosa, come direbbe mio marito!)
Questo mi ha fatto riflettere oggi. Il fatto che nonostante abbia più del doppio dell'età in cui ho conosciuto la mia amica Lori (non dico il triplo, perchè sarebbero davvero troppi, ancora... ;-)  ), io non abbia smesso di avere dentro di me quella spensieratezza che mi caratterizzava allora nonostante la mia vita sia decisamente cambiata ma sicuramente complice il fatto che nella mia vita finora non ho mai vissuto traumi famigliari, salutistici o personali tali da farmi cadere da quello stato di gaiezza perenne. Però patisco tantissimo chi invece intorno a me passa le giornate a 'piangere' e a piangersi addosso, come se tutti i problemi del mondo gravassero sulle sue e solo sulle sue spalle. 

Non mi viene tristezza. Mi viene rabbia. Perchè di persone che nella loro vita sono state infelici per via di una miriade di motivi (validi, oserei aggiungere) ce ne sono, e ce ne sono davvero tantissime. Allora credo che a volte una persona prima di cominciare a sentirsi triste dovrebbe capire realmente cosa sia la tristezza. Quando stavo per finire le superiori una mia compagna di classe orfana di padre, ha perso anche la mamma. Ho ancora nella mia mente il  giorno in cui l'ho rivista al funerale della mamma. Quelli sì che erano occhi tristi, occhi che avevano perduto tutto, tutto il senso della vita che a 17 anni si può perdere, salutando l'unico proprio genitore che ti sta lasciando. Eppure ho rivisto questa ragazza dopo tanti anni e sembrava rinata con una bimba, a sua volta, ed una vita propria (e, ovviamente tutti i problemi che ne concerne). Voglio dire che anche chi ha passato il peggio dalla vita alla fine trova il modo di rialzarsi. Conosco genitori che hanno sotterrato la figlia che ha lasciato loro una nipotina piccola. Al funerale erano loro a consolare me. Conosco mamme che con e per i figli hanno vissuto l'inferno col il marito che alzava le mani e faceva dentrofuori dal carcere. Eppure oggi continuano a vivere e quando chiedi loro come stanno riescono persino a sorridere e dirti che stanno bene. Conosco genitori con figli disabili che hanno fatto della loro vita una missione. E persone che hanno passato l'inferno con disturbi alimentari, amputamenti di più arti, problemi di alcool e droga...persone che si sono rialzate e oggi vivono serenamente. 
Insomma il punto è che se vuoi essere triste devi esserlo per un motivo specifico del momento. Ma cercarti di rialzare sempre e comunque. Non è possibile che la tristezza possa prendere il sopravvento su di te per tutto un certo periodo della tua vita. E che diamine, una sola ne abbiamo di vita, quando pensi che potrai essere felice? Chi mi dice: "ehhh, sapessi, nella mia vita ne ho passate tante!!!" rispondo che è vero. Non voglio discutere su ciò che si è passato. Ma la tristezza di oggi perchè ce l'hai? Da fuori, da chi come me 'non ne ha passate tante' quante certe persone forse sembreranno parole insensibili. 
Ma assicuro che non è così. E chi trova la scusa (oserei dire banale) che la sua tristezza proviene dalla depressione della madre mi fa davvero arrabbiare. Perchè se si sa cosa si è passati con l'esaurimento del proprio genitore si dovrebbe fare di tutto per evitare lo stesso malessere ai propri figli. Oggi ciò che ci fa deprimere è il lavoro o la mancanza di lavoro, i soldi o la mancanza di soldi, l'impossibilità di avere figli o la presenza dei figli, sentirsi troppo magri o essere troppo grossi, l'avere troppo amato o il non aver incontrato ancora l'amore della propria vita. Che palle!!! Ogni piccolo o grande  problema lo facciamo diventare insormontabile quando magari non lo è....Ovunque mi giro c'è qualcuno che ha il muso per un motivo o per l'altro. Penso e dico sempre che non è che facendo il muso i problemi si risolvono, anzi!!! sono sicura che negatività chiama negatività....
Chè problemi seri ne ho avuti anche io, non è che sono uscita indenne da questa vita che ti dà molto ma a volte ti toglie tutto, attenzione!!! Ho pianto anche io, mi sono sentita anche io sola, nel fondo di un baratro, persa, timorosa di non farcela....E' che non mi sento così forte più di altre persone che conosco da riuscire a risolvere e gli altri no, ecco. Siamo più forti di quello che crediamo e la nostra forza dobbiamo tirarla fuori proprio in questi casi. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli, alla nostra famiglia, agli amici, alla vita stessa. Ci sono persone che stanno sempre peggio di noi, poi oggi è davvero semplice trovarne con la vita che stiamo facendo negli ultimi anni tra la salute che peggiora sempre di più e la crisi...forse potremmo pensare che con chiunque ci ritroviamo a parlare in quel momento potrebbe stare peggio. Rialzarsi, ecco la chiave. Dovremmo prendere esempio dai bimbi, alla fine il nostro malessere potrebbe valere il momento di una caduta di un bimbo. Cade, si sente triste, piange, si sfoga. Si rialza e ricomincia a correre e giocare tranquillamente. Perchè da piccoli siamo così e da grandi diventiamo delle chiaviche? 

A volte leggo nei messaggi di gruppo tra amiche il concorso a chi sta peggio in quel momento...."Uff, ho un brufolo che mi fa il naso quanto Maga Nocciola....", "Uh, io invece mi sono svegliata con un male alla pancia tremendo", "Io invece sono incriccata, non riesco a muovere il collo...."....sapere che qualcun'altra sta messa peggio di noi forse (nel nostro inconscio) ci fa stare meglio? Ma allora perchè non funziona sempre? 

Che odio (per dire che mi dispiace, che non sopporto saperla così) quando sento la tristezza di un'amica in particolare che ormai è insita in lei, credo che nemmeno più lei sappia perchè si sente così, è uno stato in cui vive perennemente. Con la faccia che non ha più un'espressione se non quella dell'infelicità da cui, peraltro, non si sogna nemmeno di uscire o quantomeno di provarci. Con i figli che nel frattempo le passano davanti con gli anni e non si rende nemmeno conto che loro stanno crescendo e gli anni non tornano più. Si crogiola nella tristezza che è tutto uno schifo, il lavoro che non trova, quello che trova, gli anni che passano, i bimbi che crescono e che, ovviamente, passano, il matrimonio col marito non ne parliamo... Io le sono amica e le voglio un bene dell'anima, ma dopo tanti anni non so davvero più cosa dirle quando ci sentiamo perchè anche quando ci scriviamo solo, "sento" il tono del suo messaggio che è negativissimo.  E mi fa tanta, tanta rabbia. So che alla fine io posso parlare quanto voglio ma lei ormai mi ha messa in silenzioso e non mi ascolta più. Siamo amiche, ma io non riesco ad assecondarla quando si butta giù scavandosi proprio la fossa. Vorrei che reagisse, è una bellissima ragazza, con un marito che a modo suo la ama e cerca di dimostrarglielo, con figli splendidi, la famiglia che le si stringe intorno...ma perchè i suoi occhi e la sua mente vedono solo gli aspetti negativi della sua vita?
 Tutti hanno problemi, chi più chi meno. La vita non prende di mira nessuno. Sta a noi scansarci cercando di essere positivi. Come fosse una partita di palla prigioniera. La vita tira le sue palle. Certo che se noi stiamo fermi pensando "Adesso mi prende, adesso mi prende...." non succederà mai niente di diverso dall'essere presi!!! 
Godiamo poco dei bei momenti e ci trasciniamo quelli negativi. Dovremmo essere in grado di fare il contrario: portarci sempre quelli positivi e risolvere nel più breve tempo possibile i problemi. 
E se per caso si viene beccati dalla palla avvelenata, beh, si sa che ci sono anche la famiglia e gli amici pronti a supportarci: magari non ci risolveranno nulla ma la loro vicinanza potrà aiutarci a risolverla con più entusiasmo e positività. 
Mi piacerebbe tornare al cuor leggero dei miei 15 anni. Ma naturalmente quando ci si forma la famiglia e si hanno a propria volta dei figli, si deve lasciare che loro abbiano il cuor leggero e appesantire i nostri dei problemi della vita. Ma nulla mi vieta però di sorridere alla vita, per ringraziarla di ciò di cui mi fa godere ogni giorno. E se qualche volta mi sveglio col piede sbagliato, di chiederle di aiutarmi a rigirare la giornata. E se non fosse possibile, pazienza. 
Vorrei che tutti vivessero un pò di più come il bimbo che cade, piange, si rialza e continua per la sua strada. Che bello poter leggere i nuovi messaggi di gruppo: " Che figo, mi sono svegliata guardando il sole nascere!!!", "Uh, anche io con il pupo che mi ha stampato un bacio sulla fronte!", "Yeah, mio marito mi ha portato il caffè a letto e mi ha detto che mi ama"....e dei brufoli, del male alla pancia e dell'incriccamento...e chissenefrega!!! Ci sono e ci convivo. Ma il resto è talmente più bello che ci passo sopra e sopporto.

Ma quanto sarebbe bello??? Ci pensate???

...E intanto la mia amica Lori ed io abbiamo ripreso i contatti e a volte ci sentiamo. E riusciamo a prenderci in giro e a farci grasse risate sul passato scolastico e sulla squadra del cuore anche tramite messaggi....che tanto se ci elenchiamo ciò che non va, mica ci migliora la giornata!!!! 


Buona vita (felice) a tutti!!! <3











2 commenti:

  1. Cara (per finta)Sere come dimenticare gli anni(..................)del liceo.Ridevamo sempre sempre sempre e chi ci poteva fermare.?Anche quando ci era vietato ci sentivamo solo noi due....e come dimenticare quei lunghissimi scontrini del Nonsolobar ahahahahahhahah...s"tudiavamo" il cibo noi due eh ;) Non ho mai smesso di ridere Sere =))))))))))))) ah dimenticavo "non c'è 2 senza 3!!" hai capito vero???

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    1. LoriPi tu hai una memoria di ferro, certe cose me le devi ricordare, nonostante tu sia più vecchia di me..... =D sto non c'è 2 senza 3 me lo ricordo vagamente.....no, non hai perso la voglia di ridere ed è per questo che da quando ci siamo ribeccate (...................ahahahahahahahahahah!!!!!!!!!!) ti penso spesso.... pensare che a 14 anni ridevamo e a quasi 40 ridiamo ancora non può fare altro che rallegrarmi il cuore... <3 <3 <3

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